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Ten! // 2016-2021



E’ stato chiesto a 10 musicisti della scena indipendente e sperimentale europea di comporre una traccia partendo da un’ opera di Alessandro Trapezio, fotografo che spesso, nella sua carriera artistica e professionale, si è rapportato con la musica per la produzione di artwork e copertine. Questa volta, però, è stato Alessandro a lanciare una sfida inversa, ponendo i musicisti nella situazione di doversi confrontare e, perchè no, mettere in gioco facendo dialogare il proprio stile con le caratteristiche dell’immagine data.Sono nate cosi 10 nuove copertine, 10 immagini per 10 musicisti, 10 fotografie che hanno generato 10 nuove composizioni originali: in altre parole, sono nati un album e un catalogo dalla storia molto particolare.Le opere scelte sono tutte diverse e senza un preciso legame tra loro, a parte Alessandro; così come i musicisti, tutti molto diversi nel loro lavoro e nei loro suoni, con stili differenti e percorsi unici, all’insegna di strade che spesso si sono incrociate - fra loro e con lui.Il titolo dell’ esperimento e della mostra è TEN!, in linea con la personale tradizione di Alessandro di fare riferimento ad album e canzoni. In questo progetto espositivo, verranno presentati gli elementi costituenti e le relazioni che li legano: gli scatti originali, le tracce vitalmente legate alle immagini che le hanno generate, gli artworks in cui questi scatti si sono trasformati nel momento in cui sono stati messi in relazione con la musica, il catalogo e il cd contenenti i materiali audio e video, insieme ai contributi del curatore e critico d' arte, Antonio Grulli, la curatrice Federica Patti e dei musicisti coinvolti.

“Amo la musica. Mi è capitato più volte di lavorare con dei musicisti, spesso ho realizzato gli artwork per le cover di album o per i “libretti” dei cd. Ho sempre avuto un debole per le copertine dei dischi, artwork unici e indimenticabili di Mapplethorpe per Patti Smith o di Peter Hujar usata da Antony and The Johnson; copertine come quelle dei Nirvana, in Nevermind, dove la foto è diventata icona a sè stante. E ripensandoci, mi sono semplicemente chiesto cosa potrebbe succedere se ragionassimo secondo un processo inverso, in cui gli artistimusicisti si trovassero a dover comporre in base a delle immagini non loro, con un immaginario alieno e che magari contrasta pure con il loro brand. Volevo sapere cosa sarebbe venuto fuori se gli amici avessero dovuto comporre ispirandosi a delle mie foto, e non viceversa. E cosi è nato TEN!.”

A.T.



Progetto realizzato in collaborazione con RIFF RECORDS


SPOTIFY 5TH ANNIVERSARY EDITION ︎



TEN! di Antonio Grulli

Foto e musica. Spesso negli incontri pubblici realizzati in passato per presentare alcuni progetti di Alessandro avevo sottolineato la differenza talvolta netta che distingue l'arte visiva da arti come la musica o la fotografia. Soprattutto notavo come l'arte, a differenza di queste ultime, si fosse allontanata da quella che è la vita di tutti i giorni, le emozioni e le passioni che spesso guidano la nostra vita, per ritirarsi in un mondo troppo astratto, fatto di tematiche lontane e sempre spersonalizzate, talvolta affrontate in maniera contorta e faticosa per i non addetti ai lavori. Le opere di Alessandro hanno invece una doppia anima: da un lato si basano su di una ricerca legata al supporto su cui veicolare la fotografia, che è sì idea e immagine, ma anche linguaggio fatto di una materialità non eludibile. In questo caso l'intuizione si muove su quello che è stato uno dei campi di sperimentazione visiva più importante negli ultimi decenni, ovvero le copertine dei dischi e dei cd, uno dei canali più forti di distribuzione di immagini su scala globale, che ha permesso di veicolare opere di grandissimi artisti anche a persone e in luoghi che mai sarebbero entrati in contatto con quel tipo di opere. Il secondo aspetto è invece dato da questo suo essere immerso in una comunità ben specifica di persone, che diventa il materiale su cui lavorare per creare le proprie opere. E lo si vede anche in questo progetto. Il suo modo di lavorare si basa sulla stessa attitudine che hanno coloro che lavorano nel mondo della musica e che non ha quasi nulla a che fare con il modo in cui lavorano la maggior parte degli artisti. I musicisti, come quelli che sono stati invitati a collaborare, fanno sempre parte di una comunità ben precisa, fatta di persone vere, che amano, hanno speranze, amicizie, litigano, invidiano, insomma, che sono fatte di carne e sensazioni autentiche spesso riversate nel lavoro. E' una comunità intesa nel suo senso più ampio e che non si limita alla cittadina o alla metropoli in cui vivono. Alessandro Trapezio fa parte di questa comunità e non solo di quella dell'arte, con questi musicisti vive, si muove, ha già lavorato in passato fotografandoli e collaborando per copertine, pubblicazioni e progetti vari. Anche per questo loro hanno accettato di fare il contrario di quello che di solito fanno, ovvero di progettare un pezzo per una copertina già esistente, un'anomalia, uno scarto a una regola che si può accettare solo se c'è fiducia totale nei confronti dell'artista da cui arriva l’invito a partecipare.



TEN! di Antonio Belmonte

Partire da una manciata di fotografie per generare suoni. Per ogni immagine una didascalia sonora. L’esperienza d’ascolto come gemmazione di quella visiva. Insomma, musica per immagini: nulla di nuovo, vero, ma a questo giro il giochino sembra funzionare particolarmente bene grazie al coinvolgimento di una pletora di valenti musicisti della scena indipendente europea convocati a corte dal fotografo Alessandro Trapezio – già curatore di artwork vari e copertine – per la realizzazione di un compilation ispirata ad alcune sue fotografie, dieci per l’esattezza.
Un disco-catalogo, se volete, dove il musicista di turno si è ritrovato a dover sonorizzare un’immagine non sua – spesso cromaticamente lontana dalla propria sensibilità musicale – teoricamente imprigionato all’interno di un percorso immaginifico concettualmente predeterminato ma nella sostanza liberissimo di associarvi il più personale dei commenti sonori.
Per sua stessa genesi “Ten!”, alla fine, altro non è che un divertissement avanguardista dalle forti connotazioni ambientali, siano esse riconducibili alla kosmische musik alterata di Francesco Fuzz Brasini o al cupo liturgismo dei Melampus, al noise ristagnante di Stromboli o al minimalismo “gymnopedico” di Stefano Pilia, alle declamazioni liquide dell’Einstürzende Neubauten, Jochen Arbeit o alle gelide pulsazioni dub dei Weight and Treble, alle dissonanze su violino e pianoforte di Bologna Violenta o alle parole di Pier Paolo Pasolini (Tempo, n. 42 a. XXXI, 18 ottobre 1969) vestite di rumore dai The Shipwreck Bag Show.
Ad alleggerire provvidenzialmente il quadro generale i contributi pop oriented di Giungla e His Clancyness, impegnati su frequenze dreamy, la prima, su ben più acustici registri, i secondi.
Funzione didascalica a parte “Ten!” rimane un progetto emotivamente autosufficiente laddove – pur nella sua disomogeneità sonora – riesce a stimolare piacevoli vibrazioni umorali anche se completamente decontestualizzato dal companatico visivo.


Recensione per rockit.it 17/03/2017

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